Pian di Boit

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L’Alpe Pian di Boit è uno dei numerosi testimoni materiali, disseminati sul territorio, della storia passata e delle origini delle comunità che abitano le valli verbanesi. L’alpe Pian di Boit è un alpeggio in alta Valle Pogallo a quota 1123 m, all’interno del Parco Nazionale della Val Grande. È posto tappa del trekking Cicogna – Finero, traversata orientale del Parco Nazionale che collega il Verbano con la valle Vigezzo. Situato su un terrazzo pianeggiante, è costituito da un gruppo di rustici in pietra circondati da prati e da boschi di faggio. Pian di Boit è uno dei numerosi testimoni materiali, disseminati sul territorio, della storia e delle origini delle comunità che abitano le valli verbanesi. 

Pian di Boit tra gli alberi

Da una parte è testimone della Storia con la “S” maiuscola, che da locale diventa nazionale, essendo su uno dei territori in cui le vicende legate alla Resistenza partigiana al nazifascismo furono più accese e in cui proprio i piccoli alpeggi di montagna e le frazioni più remote diedero riparo ai combattenti partigiani. 

Dall’altra è testimone della storia con la “s” minuscola, ma non per questo meno importante, scritta con fatica da coloro che abitarono le montagne in condizioni di vita difficili, costruendo giorno dopo giorno una cultura solida che è alla base dell’identità delle comunità di oggi.

Purtroppo, l’abbandono progressivo degli alpeggi ha fatto sì che nei decenni passati le costruzioni tradizionali in pietra deperissero sempre di più, che i pascoli attorno si re-inselvatichissero e che il bosco abbia preso il sopravvento sul prato falciato.

Pian di Boit è uno dei pochi casi in cui questo naturale processo è stato invertito, almeno in parte: dopo circa 20 anni di abbandono, l’alpeggio è dagli anni ’90 sede di attività sperimentali e di progetti che hanno iniziato a renderlo di nuovo vivo e atti

L’alpe Pian di Boit è un alpeggio in alta Valle Pogallo a quota 1123 m, all’interno del Parco Nazionale della Val Grande. È posto tappa del trekking Cicogna – Finero, traversata orientale del Parco Nazionale che collega il Verbano con la valle Vigezzo. Situato su un terrazzo pianeggiante, è costituito da un gruppo di rustici in pietra circondati da prati e da boschi di faggio. Pian di Boit è uno dei numerosi testimoni materiali, disseminati sul territorio, della storia e delle origini delle comunità che abitano le valli verbanesi. 

Da una parte è testimone della Storia con la “S” maiuscola, che da locale diventa nazionale, essendo su uno dei territori in cui le vicende legate alla Resistenza partigiana al nazifascismo furono più accese e in cui proprio i piccoli alpeggi di montagna e le frazioni più remote diedero riparo ai combattenti partigiani. 

Dall’altra è testimone della storia con la “s” minuscola, ma non per questo meno importante, scritta con fatica da coloro che abitarono le montagne in condizioni di vita difficili, costruendo giorno dopo giorno una cultura solida che è alla base dell’identità delle comunità di oggi.

Purtroppo, l’abbandono progressivo degli alpeggi ha fatto sì che nei decenni passati le costruzioni tradizionali in pietra deperissero sempre di più, che i pascoli attorno si re-inselvatichissero e che il bosco abbia preso il sopravvento sul prato falciato.

Pian di Boit è uno dei pochi casi in cui questo naturale processo è stato invertito, almeno in parte: dopo circa 20 anni di abbandono, l’alpeggio è dagli anni ’90 sede di attività sperimentali e di progetti che hanno iniziato a renderlo di nuovo vivo e attivo.

Leggi la storia di Pian di Boit nell’articolo di Monica Gagliardi, Tiziano Maioli e Manuel Piana